Realizzato in Piancavallo un Campo di ricerca di travolti da valanga.
È il primo nella Regione Friuli Venezia Giulia.

Il tempo di sopravvivenza per chi venga sfortunatamente sepolto dalla neve di una valanga è di circa 15-20 minuti. Ciò significa che solo la rapidità di un intervento di soccorso può scongiurare le peggiori conseguenze di un incidente.

La rapidità dell’intervento è affidata alla prontezza dei compagni che sono stati risparmiati dalla valanga e si trovano sul posto.
È il mondo dello sci alpinismo, dello sci fuoripista, dello snowboard, delle gite invernali con le racchette da neve, più note come ciaspole, in grande sviluppo negli ultimi anni, dove l’insidia della valanga costituisce il rischio più subdolo, ampiamente riducibile con l’attenta lettura del “bollettino delle valanghe” pubblicato dai servizi meteo di tutte le Regioni alpine per l’intera stagione invernale.
Solo essendo dotati di un prezioso apparecchio ricetrasmittente denominato ARTVA – Apparecchio di Ricerca Travolto da Valanghe – della dimensione di una scatoletta, che emette e riceve un segnale elettronico, è possibile individuare il travolto sotto la coltre nevosa con la necessaria rapidità e salvargli la vita.

Per l’individuazione del travolto e per il disseppellimento, tutti coloro che si avventurano nella montagna invernale o in una discesa fuori pista, mai da soli, devono essere dotati, oltre che dell’ARTVA, di una sonda e di una pala da neve, materiali superleggeri e di poco ingombro.

Questa ricerca non è affatto agevole a causa delle difficoltà create dalla massa valangosa, dall’esigenza di fare in fretta e dall’emozione causata dall’incidente.

È perciò necessario un addestramento specifico con reiterate esercitazioni di ricerca simulata, di recente attuato in diverse Regioni dell’arco alpino con l’installazione di “Campi di ricerca di travolti da valanga”. In un’apposita area innevata vengono immesse nella neve in più punti delle cassette contenenti un apparecchio elettronico che, attivato da una centralina collocata ai bordi dell’area, emettono il segnale tipico dell’ARTVA di cui è dotato il travolto.

I soccorritori si impegnano con il loro ARTVA, con le sonde e la pala nella ricerca e la centralina registra il tempo che ciascun soccorritore impegna per individuare uno o più travolti. In Piancavallo nel mese di gennaio del 2012 è stato installato il “campo di ricerca” nella zona dell’arrivo dell’ultimo tronco della seggiovia del Tremol, a quota 1.800 metri, in prossimità della Forcella Palantina che immette sul versante dell’Alpago.

L’iniziativa è frutto della proficua collaborazione fra Promotur e la Scuola di sci alpinismo “Val Montanaia” del CAI Pordenone che proprio quest’anno compie il 50° anno di attività.

In tutte le Alpi Orientali vi sono solo tre campi di ricerca al Passo San Pellegrino, al Passo Rolle e a Canazei e questo di Piancavallo è l’unico della nostra Regione.

Potrà essere utilizzato da tutti gli appassionati, ma soprattutto dal Soccorso Alpino, dalle Guide Alpine, dai Maestri di sci, dalle Scuole di sci alpinismo, dai corsi di escursionismo invernale e dai preposti alla sicurezza in montagna quali Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Soccorritori piste ecc.

Tutte le informazioni sulle modalità di utilizzo potranno essere assunte sul sito www.promotur.org o presso la Cassa centrale degli impianti di risalita di Piancavallo, che ha in dotazione la chiave per l’attivazione della centralina, tel. 0434/655258.
Per evitare sovrapposizioni e attese, sarà opportuna la prenotazione.

Pordenone, 15/11/2012

Il Presidente della Scuola “Val Montanaia” del CAI Pordenone
Giancarlo Del Zotto